2021 Odissea “indie” a Sanremo

Se l’alternative invade il palco più mainstream della musica italiana.

Ci siamo, la prima serata di Sanremo 2021 è alle porte. Tra poche ore il via ufficiale all’evento più seguito, più amato e più odiato d’Italia che per una settimana catalizzerà l’attenzione mediatica e le chiacchere social di tutto il Paese. Avremmo detto anche quelle “da bar”, se non fossero per metà chiusi a causa delle restrizioni da covid, ovviamente.

Volendo focalizzarci sulla musica più che sul costume e sul gossip, l’edizione al via questa sera presenta un evidente rinnovamento nel cast artistico. Dei 26 “big” in gara diversi sono gli esordienti, sia in senso sanremese che in senso assoluto, con molti nomi presi da un mondo musicale che solitamente è presente in forze minori da quelle parti.

Si tratta ovviamente dell’esteso e variegato mondo della “musica alternativa”, quella fatta da etichette indipendenti, artisti abituati più a macinare chilometri per raggiungere piccoli locali di provincia che a salire sui palchi dei palasport davanti a folle oceaniche. Un mondo che sentiamo sicuramente più vicino e che finalmente porta in maniera preponderante un modo di fare musica più genuino, più vicino al pubblico, probabilmente più “autentico”. Senza voler fare distinzioni anacronistiche tra musica di “serie A” e “serie B”, è evidente che negli ultimi anni anche Sanremo presta maggior attenzione a chi fa davvero i numeri in fatto di concerti live, ascolti sui servizi di distribuzione digitale, airplay radiofonico, sui social. Se in passato si cercavano quei nomi “rassicuranti” per il pubblico televisivo, oggi si va molto di più incontro ai gusti del pubblico più giovane, per garantire ascolti più alti, attenzione mediatica sempre ai massimi livelli, vita media più lunga delle canzoni. E tutto questo passa quindi necessariamente per un’attenzione rinnovata nei confronti di artisti che fino a qualche tempo fa sarebbe stato impensabile vedere in diretta in prima serata su RaiUno nel principale evento dell’anno.

Casi di band e singoli provenienti dal mercato indipendente arrivati a Sanremo ce ne sono già stati diversi negli ultimi 20 anni, quando esserci soltanto sembrava già un traguardo importante, con risultati incoraggianti come per i Subsonica (Tutti i miei sbagli) nel 2000 o i Perturbazione (Unica) nel 2014, ma anche con mezzi flop come quelli capitati a Marlene Kuntz (Canzone per un figlio, 2012), che furono eliminati in gara ma almeno colpirono in positivo nella serata delle cover con una grande reinterpretazione di Impressioni di Settembre con Patti Smith, o Afterhours, la cui operazione del 2009 con brano e compilation Il Paese è reale non incise più di tanto sulla “scena” indipendente che volevano rappresentare in quel contesto.

Le presenze “indie” sono cresciute di numero negli ultimi anni e in un paio di occasioni sono finite persino sul podio (Lo Stato Sociale nel 2018 con Una vita in vacanza, Pinguini Tattici Nucleari lo scorso anno con Ringo Starr), a dimostrare che le barriere tra schieramenti musicali sono sempre più impalpabili, ma mai come quest’anno la pattuglia degli “alternativi” era stata così massicciamente rappresentata. A una prima lettura del cast annunciato lo scorso dicembre sembrava quasi di assistere all’annuncio dei nomi protagonisti del Concertone del Primo Maggio di Roma (anche questo oggetto di un profondo cambiamento negli ultimi anni, ma questa è un’altra storia). Tanti tra gli ascoltatori appassionati, ma anche tra gli addetti ai lavori, ci hanno messo un po’ a rendersi conto che per l’edizione 2021 avrebbero visto sul palco dell’Ariston molti dei loro “beniamini”.

Ed eccoci qua, al nastro di partenza, pronti a condividere con il pubblico generalista di RaiUno, con i boomer che di solito evitiamo sui social e nelle scelte di che musica ascoltare dal vivo, l’ascolto dei nuovi brani di giovani cantautori che amiamo come Fulminacci, Colapesce e Dimartino, il pop fatto bene de La Rappresentante di Lista o dei Coma_Cose, le rime sagaci di Willie Peyote, il ritorno di chi ha già rotto il ghiaccio da quelle parti come Lo Stato Sociale, Ghemon e Bugo (che ormai è un volto noto veramente per tutti dopo quello che è capitato lo scorso anno), la presenza assolutamente fuori dagli schemi di Davide Toffolo che passa con disinvoltura dai Tre Allegri Ragazzi Morti al punk da balera degli Extraliscio.

Come reagirà il pubblico a questa ondata di freschezza sul palco di Sanremo? Lo scopriremo tra poche ore. Dobbiamo sicuramente aspettarci la classica domanda “Chi???” bombardata sui social a ogni entrata in scena di uno dei nostri preferiti da chi è poco avvezzo ai loro nomi, i commenti indignati dei fan duri e puri, levate di scudi, ma anche sicuramente apprezzamenti sinceri per chi la musica la sa usare con destrezza e intelligenza da sempre. Godiamoci lo spettacolo, la musica è sempre musica da qualunque punto di vista la si guardi e specialmente in questo periodo di stop forzato sarà una boccata d’aria fresca per chi non vede l’ora di tornare a sudare sotto o sopra un palco. L’auspicio è che Sanremo serva proprio a questo: far tornare la voglia di musica dal vivo anche a chi al momento non ce l’ha.

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