Gianni Morandi, quando e perché il pubblicò lo fischiò in maniera durissima

Lui è da sempre molto amato, eppure anche Gianni Morandi ha dovuto fare i conti con la rabbia della gente, i motivi della contestazione.

Gianni Morandi parla di quando il pubblicò lo fischiò al Vigorelli, perché successe
Gianni Morandi a Bologna (Blueshouse.it)

Gianni Morandi non ha certo bisogno di presentazioni. Il 79enne di Monghidoro, in provincia di Bologna, è uno dei più grandi cantanti italiani mai vissuti. Nel corso di una intervista concessa al Corriere della Sera, lui stesso ha parlato della sua vita e della sua carriera.

Durante l’intervista, condotta da Aldo Cazzullo, Gianni Morandi ha condiviso alcuni momenti significativi che hanno segnato la sua carriera nel mondo della musica italiana. Uno degli episodi raccontati da Morandi riguarda una richiesta che gli fu fatta da Adriano Celentano di unirsi al suo Clan.

Morandi ammette che Celentano era il suo mito e che avrebbe accettato l’offerta, ma gli venne sconsigliato di farlo. Secondo quanto raccontato da Gianni Morandi, Celentano aveva proposto di formare un nuovo Clan, ispirandosi al modello degli artisti americani come Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis Jr.

L’obiettivo era organizzare eventi musicali importanti in Italia, come il Festival di Sanremo ed il Cantagiro. Ed i due avevano anche l’idea di coinvolgere Mina come “la ragazza del Clan”. Tuttavia, a causa dei suoi obblighi contrattuali con la Rca, Morandi non poté accettare l’offerta e l’idea non si concretizzò.

Gianni Morandi, quando il pubblico lo fischiò sonoramente

Gianni Morandi parla di quando il pubblicò lo fischiò al Vigorelli, perché successe
Gianni Morandi (Blueshouse.it)

Morandi ha anche parlato di un episodio che ha segnato profondamente la sua carriera: la contestazione al teatro Vigorellinel 1971. Morandi doveva esibirsi insieme ad altri artisti, tra cui Milva e Lucio Battisti, prima dei Led Zeppelin. Quando salì sul palco, il buon Gianni fu accolto da un boato di disapprovazione da parte del pubblico.

Capì che era diventato il simbolo di ciò che il pubblico contestava, il tipo di cantante che non volevano più ascoltare. Nonostante abbia tentato di conquistare il pubblico con la canzone di protesta “C’era un ragazzo”, fu sommerso da fischi e fu costretto ad abbandonare la performance a metà. Questo episodio fu un duro colpo per Morandi e lo fece dubitare del suo futuro nella musica, ma alla fine riuscì a risollevarsi.

Poi Morandi ha anche condiviso un altro momento difficile della sua carriera, seguito dalla sua risalita. Un giorno, Mogol, il celebre paroliere italiano, lo contattò per formare una squadretta di cantanti e giocare a calcio. Morandi accettò e insieme registrarono la canzone “Canzoni stonate”, che rappresentava la sua situazione di quel periodo.

Mogol volle credere in lui

Quando Mogol propose la canzone alla casa discografica Rca, il capo della casa discografica si oppose e voleva darla a Gabriella Ferri. Nonostante ciò, Mogol insistette sul fatto che la canzone era stata scritta specificamente per Morandi.

Alla fine, la Rca decise di produrre il primo album di Morandi, che fino a quel momento aveva pubblicato solo singoli. Anche se l’album vendette solo 17.000 copie, rappresentò comunque il primo passo verso una risalita nella sua carriera. Questi episodi raccontati da Gianni Morandi mostrano le sfide e le difficoltà che ha affrontato lungo il suo percorso artistico.

Sono diverse le curiosità che lo riguardano, a partire dal casale immerso nella natura in cui vive. E passando per il rapporto di parentela intercorso con Biagio Antonacci, fino anche al legame che lo unisce a Cesare Cremonini, un altro bolognese come lui.

Impostazioni privacy