Patty Pravo, come evitò il carcere con una furbata

Di trasgressioni, provocazioni e gesti forti ne ha fatti, Patty Pravo. Ed è lei stessa a svelare come riuscì a scampare alla giustizia per un qualcosa che fece scalpore.

Patty Pravo tra amori infiniti e le pazze idee della sua vita
Patty Pravo (Blueshouse.it)

Patty Pravo ha sempre tenuto fede a quello che è il suo nome d’arte. Lei fu chiamata così in nome della tentazione che rappresentava nelle serate romane al Piper, negli anni Sessanta. Allora era giovanissima, seducentissima, una vera e propria tentatrice per anime prave.

Da cui quel nome che più “omen” non si può: Patty Pravo. E Nicoletta Strambelli ha fatto del trasgredire uno stile di vita, anche e soprattutto per ribellarsi al conformismo, al dovere sottostare a regole imposte da altri.

Vivere come riteneva – ed ancora ritiene – più bello e gioioso è per lei l’intero filo conduttore dell’esistenza. Al pari della musica e del cantare. Ma in una intervista concessa al Corriere della Sera lei conferma divertita che “più prava di lei” non c’era nessuna, già da bambina.

La cantante nata a Venezia nel 1948 rivela di essere stata precoce in tutto. Nel fumare, nel fare l’amore, nel diventare del tutto indipendente andando via di casa assai giovane.

Patty Pravo, le sue prime volte da ragazzina

Patty Pravo tra amori infiniti e le pazze idee della sua vita
Patty Pravo in spiaggia (Blueshouse.it)

La prima sigaretta la provò a dieci anni e le 50 lire quotidiane che le sarebbero servite per andare a scuola in gondola lei finiva sistematicamente con lo spenderle ogni giorno proprio per comprare da fumare.

E non parliamo del primo rapporto. “Ci fu quando avevo 14 anni, poi lei raccontò tutto quanto ai nonni appena tornò a casa. Infatti Patty Pravo visse con loro anziché con i genitori, ed a quanto pare erano molto permissivi.

Sempre da bambina lei finì con l’incontrare sistematicamente Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni, ed il poeta Ezra Pound che con la moglie scelse di abitare proprio a Venezia. Il primo era un amico di sua nonna, l’altro finì con il comprarle spesso un buon gelato.

Infine a metà anni Sessanta ci fu l’emancipazione definitiva: prima Londra, per imparare l’inglese, poi Roma, per imporsi al Piper che aveva appena aperto. In questa intervista lei parla anche di tanti altri intrecci con svariati vip, sempre a quei tempi.

I tanti matrimoni, le droghe e la “trigamia”

Patty Pravo tra amori infiniti e le pazze idee della sua vita
Patty Pravo in versione elfo natalizio (Blueshouse.it)

Tra i suoi amici ci sono o ci furono Lucio Dalla, Renzo Arbore, Gianni Boncompagni, Luigi Tenco, Vittorio De Sica, Luchino Visconti, Loredana Bertè, Roberto D’Agostino, il per lei caro Renato Zero. Persino i Rolling Stones, una volta che visitarono Roma.

E poi tanti altri: Ornella Vanoni, Anita Pallenberg, Donyale Luna, Giorgia, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Giuliano Sangiorgi, Elisa, Emma Marrone…. Quella di Patty è una vita da romanzo, da film, una esistenza che le persone normali non possono avere.

Mentre lei è energica al punto tale da ammettere candidamente di avere provato “tutte le droghe tranne la cocaina che odio. A quei tempi non era robaccia che può ucciderti come invece avviene oggi”. E poi la Pravo ha attraversato l’Oceano Atlantico in barca a vela, per un qualcosa che lasciò stupefatto persino Giovanni Soldini. In più percorse la via della seta.

Ed ancora, i matrimoni: ne ha avuti cinque “ma quelli veri furono tre”. Lei fu sposata con il batterista inglese Gordon Fagetter, poi con l’antiquario Franco Baldieri e successivamente con Riccardo Fogli (che per sposarla lasciò i Pooh ma il rito scozzese scelto rese queste nozze giuridicamente nulle). E poi ancora con Paul Jeffery e Paul Martinez, altri musicisti (e ci fu un rapporto a tre, come Patty Pravo candidamente ammette) infine con John Edward Johnson.

Ma il matrimonio con Baldieri non era mai stato annullato e questo la fece incorrere nel reato di bigamia. Se non fosse che con un cavillo ne uscì fuori pulita, la Patty. L’art. 556 del Codice penale riguardo alla bigamia prevede il carcere da uno a cinque anni ma lei era “trigama”: di matrimoni simultanei ce n’erano stati tre, e di trigamia nel Codice penale non se ne parla.

Anche se probabilmente, essendo un personaggio famoso e conoscendo personalmente Giulio Andreotti (“lo incontravo tutte le mattine all’alba mentre andava in chiesa e scambiavamo quattro chiacchiere”) non le sarebbe successo niente.

Cosa volete che fossero tutte queste cose per colei che si ritiene la prima, vera hippy, uno spirito ultra libero e che andava professando (e lo fa ancora oggi) l’amore libero.

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