In Guardia!, il film di finzione sulla violenza sulle donne: purtroppo è tutto vero

Il film francese In Guardia! parla di violenza sulle donne: le vicende non sono reali, ma purtroppo è tutto terribilmente vero.

Una scena del film In Guardia!
Una scena del film In Guardia! (Blueshouse.it)

Dopo la morte di Giulia Cecchettin e in vista della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in programma sabato 25 novembre, si moltiplicano le iniziative che coinvolgono televisione, mondo dello spettacolo e della musica italiana. 25 artiste jazz hanno scelto la musica per fare rumore e non sono sole: Fiorella Mannoia ha addirittura cambiato il finale di “Quello che le donne non dicono”.

Sul tema si è espresso in maniera netta Piero Pelù, mentre particolarmente sentite sono state le parole di Jolanda, la figlia di Francesco Renga e Ambra Angiolini. Anche la televisione fa la sua parte, cominciando da Raitre, che il 24 novembre in prima serata trasmette il film francese “In Guardia!”, una produzione televisiva che ha avuto grande successo oltralpe.

Di cosa parla il film “In Guardia!” di Alexandra Lamy

Alexandra Lamy
Alexandra Lamy (Blueshouse.it)

Il film diretto da Alexandra Lamy su una sceneggiatura di Solen Roy-Pagenault, Quentin Zuttion e Alexandra Lamy è stato tratto dalla graphic novel “Touchées” di Quentin Zuttion, pubblicata nel 2019. Si tratta della prima prova alla regia per l’attrice Alexandra Lamy, che in Francia è famosissima e ha girato decine di film e fiction televisive.

La fiction racconta la vicenda di Lucie, vittima di violenza domestica, la quale vive con suo figlio Léo in un piccolo appartamento che le è stato messo a disposizione da un’associazione che si occupa di violenza di genere e che attraverso la scherma propone una originale una terapia di gruppo.

Cosa c’è di vero nel film di Alexandra Lamy

La protagonista principale del film è interpretata dalla brava Mélanie Doutey, attrice figlia d’arte che è stata due volte candidata ai Cesar, gli Oscar del cinema francese. Si tratta di una storia di finzione, sebbene Alexandra Lamy si sia ispirata all’associazione Stop Sexual Violence, che propone laboratori di scherma terapeutica.

Addirittura il maestro di scherma di questa associazione appare nel film per la televisione, ma c’è di più: la fiction nasce per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della violenza contro le donne. Perché la vicenda di Lucie e delle sue amiche è purtroppo simile a quella di tante donne.

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