Musica techno: tutto quello che ancora non sai rispetto alle sue origini

La musica techno si è ritaglia uno spazio sempre più predominante sulla scena mondiale, ma quali sono le sue origini?

DJ fa ballare tutti in discoteca
DJ fa ballare tutti in discoteca (Blueshouse.it)

Musica techno, o techno music, si tratta di un genere di elettronica nata all’alba degli anni ’80, che ha avuto il suo culmine negli anni ’90, anche grazie alle innovazioni tecniche e tecnologiche della strumentazione musicale. Le origini di questo genere sono da ricercare negli Stati Uniti, in particolare, nelle periferie di Detroit, città da sempre futuristica e, per certi versi, post apocalittica.

La musica techno, non a caso, richiama ambientazioni future, lontane, industriali, apocalittiche. Dai sobborghi di Detroit, dove veniva ascoltata e ballata a ritmi ossessivi, in contesti quasi di degrado, la techno si è ben presto diffusa anche nei locali alla moda, conquistando gli interi Stati Uniti, per poi approdare anche in Europa, dove ha trovato terreno fertile per attecchire.

Le origini della musica techno, loop, ritmiche ossessive e scenari post apocalittici

DJ mette musica in sala
DJ mette musica elettronica in sala (Blueshouse.it)

Cosa si intende per musica techno? In pratica, questo genere consiste in una tessitura di loops di sintetizzatori e patterns ritmici creati da una drum machine. Il tempo è di 4/4, e la velocità non supera mai i 140 bpm. Una volta generati i suoni base, il musicista crea in studio altri tipi di suoni, da sovrapporre, come Delay, riverberi, effetti ambientali e molto altro ancora.

Non c’è limite alla fantasia, seppur inquadrabili in determinate coordinate. Dai Dance clubs di Detroit nasce anche la figura del moderno DJ, alcuni sono stati fondamentali per tutta la dance music, come Juan Atkins, Derrick May o Kevin Saunderson. Già agli inizi degli anni ’80, alcuni Disc Jockey sentono il desiderio di rivoluzionare la disco music.

Se negli anni ’70, per disco music si intendeva principalmente il funk e il soul di natura pop, nel decennio successivo, grazie all’introduzione di nuove apparecchiature moderne, la musica da ballare cambia drasticamente. Nell’ambiente pop e rock arriva la new wave, con le sue mille sfumature, mentre, nell’ambiente da discoteca, si deve far fede al collettivo Deep Space Spundworks.

L’evoluzione della dance music, dai piccoli club di Detroit alle discoteche del mondo

Il collettivo, nel 1981, prende la house music di Chicago, il funk degli anni ’70, il rock ambientale, magari da colonna sonora dei film, come quello John Carpenter, e la musica robotica, come quella dei Kraftwerk. Un mix che esplode dapprima attraverso la radio, in un programma notturno sull’emittente wjlb, condotto dallo speaker DJ Charles Johnson. Si tratta dei primi esperimenti legati alle nuove tecnologie.

Si fondono i suoni più disparati, utilizzando strumenti e strumentazioni più disparate. La prima volta che il pubblico sente il termine “techno” è il 1984, parola utilizzata proprio a Detroit dal DJ Atkins per definire una musica da ballo tecnologica, industriale, futuristica. Nel 1988, il termine “techno” viene poi consacrato quando l’etichetta Virgin produce la prima raccolta di musica dance elettronica, intitolata “Techno! The new dance sound of Detroit”.

Da questo momento in poi, in tutto il mondo sorgono locali che propongono la musica elettronica di Detroit. Negli anni ’90, questo genere spopola, e si arricchisce di nuove contaminazioni e sonorità, provenienti dall’America e dall’Europa, inglobando anche generi come hip hop, rock, folk, hardcore.

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