Dal Jazz all’Elettronica: Daniela Pes è la star che mancava alla musica d’autore italiana

Daniela Pes è una cantante che propone musica d’autore, e che spazia dal jazz all’elettronica: il suo esordio “Spira” è fenomenale.

Daniela Pes foto bianco e nero
Daniela Pes foto bianco e nero (Blueshouse.it)

Difficile classificare proposta musicale dalla cantante Daniela Pes, (classe 1992, nata in Sardegna). Proposta sospesa tra folk tradizionale sardo, elettronica, jazz e cantautorato, la cantante propone in chiave elettro-jazz e ambient-folk un repertorio dai tratti tradizionali, ma che suona fresco e coinvolgente. Lo scorso aprile, tramite l’etichetta Tanca Records, Daniela ha esordito con l’album “Spira”.

Prodotto da Iosonouncane, “Spira” concentra gli ultimi tre anni di carriera, vissuti tra registrazioni in studio, esibizioni live e partecipazione a vari festival folk. Il primo album è la summa delle sue ultime esperienze, e ha destato molto interesse nella critica specializzata. Ma questo non giunge casualmente, visto il curriculum dell’artista: la Pes non è certo una musicista improvvisata.

La musica d’autore di Daniela Pes: una sorprendente miscela di folk ed elettronica

Copertina dell'album Spira
Copertina dell’album Spira (Blueshouse.it)

Laurea in Canto Jazz al conservatorio di Sassari, borsa di studio ai Seminari Estivi di Nuovo Jazz, esibizione a Time in Jazz e all’Harp Festival di Rio, senza contare il premio Andrea Parodi, ricevuto nel 2017, il premio Nuovo IMAIE e il Premio SIAE come miglior musicista Musicultura 2018. Insomma, il talento c’è, è evidente, e “Spira” è un disco magnetico ed enigmatico.

Sette tracce eccellenti per un’opera prima che si ritaglia uno spazio personale nel panorama musicale, e che merita sicuramente grande attenzione. L’utilizzo della voce è davvero particolare, sfruttata da Daniela Pes come fosse “uno strumento disperso tra gli strumenti”. Una vocalità che si sposa con testi bizzarri, enigmatici, labirintici.

Un lampo di luce nel panorama musicale italiano

Le liriche sono un mix di gorgheggi galluresi, di vocaboli frammentati, di frasi inventate, un po’ come era solita cantare Elizabeth Fraser, vocalist degli storici Cocteau Twins, il leggendario gruppo post punk e shoegaze inglese. La Pes propone le stesse vocalità eteree, sognanti, misteriose. I suoi canti assumono quasi una forma religiosa, di preghiera.

La musica segue la sua voce, proponendo ritmiche avvolgenti e nebbiose, con punte di elettronica, trame folk sperimentali, mescolando di tutto e di più, come l’ambient e il drone. “Spira” ha una profondità stilistica incredibile, ancor più sorprendente, per essere un esordio. Sicuramente, Daniela Pes merita attenzione, e in un panorama musicale soffocato dalla spazzatura da classifica, un’artista del genere non deve passare inosservata.

Una delle proposte migliori degli ultimi tempi, magari un genere non per tutti, ma che dimostra che, se si cerca in profondità, la musica ha ancora qualcosa da dire, e che musicisti meritevoli esistono ancora, basta saperli cercare. “Spira” è una miscela di sonorità labirintiche, magnetiche, astratte e folkloristiche.

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