Un episodio che ha ispirato Sunday Bloody Sunday degli U2: oggi è morto il colonnello che diede il via a quella strage.
Il 30 gennaio 1972, nel quartiere di Bogside, nella città di Derry, in Irlanda del Nord, si è consumato forse il più grave episodio di repressioni politica del secondo dopoguerra nel mondo occidentale. Una strage che è tristemente nota come Bloody Sunday, letteralmente “domenica di sangue”, e che ha ispirato il mondo del cinema e della musica.
Appena pochi giorni dopo la strage, Paul McCartney incise “Give Ireland Back to the Irish”, che fu singolo di debutto della nuova band dell’ex Beatles, gli Wings: il brano di fatto venne censurato nel Regno Unito, per gli argomenti trattati, un vero e proprio tabù all’epoca. Furono poi John Lennon con due brani inediti e i Black Sabbath con “Sabbath Bloody Sabbath” a toccare l’argomento in musica.
Nel corso degli anni, in tanti toccarono la vicenda con diversi brani, ma sicuramente il brano “Sunday Bloody Sunday” degli U2, contenuto nell’album War del 1983, e che quindi ha compiuto quarant’anni proprio quest’anno, è il più noto e importante scritto su un tema all’epoca ancora molto caldo. La band irlandese, e in particolare Bono Vox, scrissero un pezzo destinato a essere immortale.
A oltre mezzo secolo da quella strage, che appunto anche grazie alla musica è rimasta nella memoria collettiva, è morto il comandante del reggimento paracadutisti che si rese artefice di quella strage, il tenente colonnello Derek Wilford. Quel giorno, tredici persone furono uccise a colpi di arma da fuoco, un’altra invece perse la vita a mesi di distanza.
Wilford, l’ufficiale direttamente responsabile dei paracadutisti, ha sempre sostenuto che i suoi soldati erano stati i primi a sparare, un’azione che appunto oggi viene ricordata in tutta la sua brutalità. Tony Doherty, il cui padre è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco durante il Bloody Sunday, ha sottolineato che la morte di Wilford non sarà pianta “dalle famiglie degli uomini e dei ragazzi innocenti” di quella strage.
Oggi con la morte del colonnello Wilford si chiude sicuramente un’epoca, ma nulla potrà mai rimarginare le ferite di quel giorno. “Per quanto tempo dovremo cantare questa canzone?”, si chiedeva Bono Vox nel suo celebre brano, e ci viene da rispondere che forse la canteremo per sempre, perché fatti del genere non si ripetano mai più.
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